Lo scorso 21 novembre è stato celebrato il 134° anniversario di fondazione dell’Istituto delle Suore Crocifisse. 134 anni fa, infatti, nella notte tra il 20 e il 21 novembre, suor Maria Pia della Croce Notari, suor Maria Giuliana del SS. Sacramento Bagaglio e suor Maria Buonfiglio del Calvario Sarno riunite in un quartino di Napoli, al vico Maiorani, davano vita alla Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia.
Quest’anno, in particolare, la celebrazione è stata particolarmente sentita dalla comunità di Roma che ha, nello stesso giorno, festeggiato il 50° anniversario di fondazione della Comunità di via Aurelia.
La S. Messa che ha celebrato questi importanti eventi è stata presieduta da P. Aitor Jiménez, Canonista, Claretiano. La sua omelia ha evidenziato che nessun anniversario ci sarebbe mai stato senza il sacrificio di Maria Pia, che ha annullato la sua vita la sua famiglia per donarsi completamente a Dio: “Se la Madre Maria Pia non avesse messo al 2° posto la sua famiglia d’origine, la sua vita sarebbe finita a Capriglia e oggi non staremmo festeggiando nessun anniversario”. Padre Aitor ha poi messo in risalto la difficoltà di quest’epoca in cui si sente la mancanza di valori e di riferimenti e spiega che proprio da questi periodi difficili nasce più forte l’esigenza per i consacrati “di essere segno credibile, faro per gli altri, dobbiamo fare un esame di coscienza, interrogandoci se le nostre priorità sono andate all’elemento materiale o piuttosto su un amore che non è carnale, ma che è più forte di noi e ci protegge. Il Vangelo ci esorta ad essere generativi, perché chi vive in Cristo è una persona che è capace di generare vita nuova, di andare verso il futuro con il sorriso, con una speranza che non ci lascerà mai, con una speranza, come dice Papa Francesco, che ci progetta in una Chiesa in uscita, in una Chiesa in salita”.
P. Aitor ha ribadito che ha un senso celebrare quest’anniversario solo alla luce di questa speranza e si è soffermato sulla preoccupazione per la diminuzione di vocazioni che sta colpendo la Chiesa, spiegando che questo non deve spaventare. Il numero di suore, il numero delle vocazioni non ci deve distogliere dalla consapevolezza che Gesù è venuto a vivere in mezzo a noi per rimanerci. Non è importante il numero, ha ribadito “ma la fede che ci porta a vivere il mistero pasquale salvifico, avendo Cristo Crocifisso, Cristo che si dona, Cristo che si spezza per noi come modello di vita, di consegna gratuita. Bisogna ringraziare Dio per averci dato una vocazione più grande di noi stessi, una vocazione che ci fa sentire famiglia”.
La celebrazione si è conclusa con l'invito della Superiora generale, suor Giovanna De Gregorio, a condividere la stessa preghiera che le suore, sull’insegnamento della Fondatrice, rivolgono a Dio durante la loro adorazione quotidiana ovvero che il Signore accenda in noi il fuoco del suo amore e la fiamma dell’eterna carità, laddove per “noi” si intende “noi come Chiesa"... perchè il mondo intorno a noi si riempia d'amore.
Laura Ciotola