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"Medical Mission 2017"

«… ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato…»     Mt 25,31-46

Anche quest´anno, il 14 gennaio scorso, presso la scuola di Manila, "Madre Maria Pia Notari School", si è celebrata la giornata della "Medical Mission" organizzata dalla Superiora locale, M. Floriana De Rosa, dalle Suore Crocifisse della Comunità, con la collaborazione di medici e tanti altri volontari religiosi e laici.

Tutti i volontari hanno donato il loro instancabile lavoro per accogliere i bisognosi e offrirgli gratuitamente visite mediche, pacchi contenenti cibo, medicine e anche giocattoli.

Dopo varie attività preparatorie, svolte dalle suore e dai volontari nei giorni precedenti, finalmente è giunto il gran giorno della "Medical Mission", introdotto con la S. Messa celebrata dal Rev.do Fr. Rua.

Dopo la Messa è arrivato il gruppo dei medici: il prete-medico, dottor James Rua, il dottor Francisco, la dott.ssa Jehan Santos, la dott.ssa Vic De Luna, la dott.ssa Loujay Villareal, il dottor Angelo Villarreal, il dottor Diogene Villareal, il nostro medico della scuola, dott.ssa Alma Martinez, la dott.ssa del centro diagnostico del "Sacro Cuore" insieme al suo staff  e il gruppo dei dentisti, dottorBernard Oabe, dottor Vicky De Luna, dottor Dulce Morong Magnaye.

Tutti i medici hanno iniziato immediatamente le consultazioni dei pazienti, prestando la loro preziosa attività con passione e generosità.

La tanta fatica di chi si è prodigato in favore di questa giornata, è stata ampiamente ricompensata dai sorrisi e dalla gioia di coloro che sono stati accolti e coccolati.

Grande è la gratitudine delle Suore Crocifisse verso chi ha reso possibile questa giornata, che assume un grande valore simbolico di aiuto al prossimo e di umanità.

Immensa gratitudine va a tutti coloro che hanno condiviso le loro merci: medicine, cibo, vestiti, riso e altri beni primari che si sono aggiunti alle offerte ricavate attraverso il “caroling”, l’iniziativa delle stesse suore di girare di casa in casa cantando canzoni natalizie e ricevendone in cambio offerte di varia natura che hanno devoluto nel progetto.

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Un viaggio nelle Filippine

Di seguito la testimonianza di un viaggio nelle Filippine, presso le case e le scuole delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia.

Il 22 novembre 2016 con un gruppo di otto persone, parrocchiani della Chiesa del “Sacro Cuore di Gesù” di Abbiategrasso siamo partiti da Abbiategrasso, destinazione Filippine, precisamente Manila, terra di Missione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia.

Al nostro arrivo siamo stati accolti con tanta gioia e commozione da suore, novizie, aspiranti e altre ragazze.

E’ esploso un clima di affetto reciproco: ci siamo sentiti subito in famiglia.

Giorno dopo giorno abbiamo conosciuto e scoperto la gente, i profumi e i suoni di questo popolo semplice.

Abbiamo visitato le missioni di Mindanao a Baracatan e di Santa Cruz.

Su quest’isola le Suore Crocifisse si impegnano molto nel loro apostolato e donano in toto la loro attività manuale e affettiva ai bambini delle scuole, favorendo, nello stesso tempo rapporti di amicizia tra genitori, insegnanti e gente del posto.

Anche in questi posti abbiamo respirato subito un clima sereno, di fiducia improntato sulla semplice amicizia. Le loro condizioni di vita pratica sono disagevoli, ad esempio a Baracatan manca l’acqua a causa della rottura di una pompa che la eroga. Solo grazie alla generosità dei padri Rogazionisti, vicini di casa , ricevono questo bene prezioso e primario. La realtà è che queste missioni necessitano di tante cose e che solo la nostra generosità può aiutarli a fiorire ulteriormente per dare dignità alla gente e consentire l'incremento dell’istruzione necessaria ai bambini, che sono assetati della conoscenza di tutto.

                                                                                                                   Rosaria e Osvaldo Pinto

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Selamat Hari Natal!

Nella nostra Comunità  di Medan, in Indonesia, ci si sta preparando al Natale facendosi guidare dalla purezza e l´entusiasmo dei bambini.

Suor Paula Sarona e suor Helen Gultom, hanno accompagnato i piccoli alunni della nostra scuola in Indonesia, la “Madre Maria Pia English Class” (MMPEC) in canti e balli e loro stesse si sono fatte guidare dalla loro gioia per potere augurare a tutti un

Selamat Hari Natal

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Recita di Natale nella scuola di Santa Patrizia

Il giorno 19 dicembre sono partite nella scuola "Santa Patrizia" di San Gregorio Armeno le recite organizzate in occasione del Natale, che sono continuate anche nei giorni del 20 e 21 dicembre.

I bambini, con i vestiti di scena e tanto entusiasmo, hanno ballato e cantato sulle note di famose canzoni natalizie e hanno inscenato, nonostante la loro tenera età, piccole recite sulla nascita di Gesù.

Tanta l´emozione sia dei bambini, soprattutto dei più piccini e degli alunni di 5 elementare che l´anno prossimo andranno in altre scuole, sia dei genitori venuti a vedere lo spettacolo e sia delle maestre che tanto si sono impegnate per regalare ai bambini un momento che porteranno nel loro cuore anche in futuro.

A conclusione dei vari spettacoli, la Superiora Generale delle Suore Crocifisse, M. Giovanna De Gregorio, ha ringraziato i presenti e augurato Buon Natale.

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Apostolato in Indonesia

Il 12 dicembre, le nostre suore in Indonesia, suor Paula Sarona e suor Katarina Kaban, si sono recate presso la Parrocchia Santa Maria di Nyarumkop, appartenente all’Arcidiocesi di Pontianak, per fare apostolato.

La Parrocchia che si trova nel complesso Nyarumkop (PKN), situato nelComune diSingkawang- Kalimantan Occidentale, è gestita dai sacerdoti della Congregazione dei Cappuccini.

Nello stesso complesso si trovano oltre la Chiesa, anche un Seminario, una scuola cattolica, la “St. Paul Seminary High School e un Ostello, destinato, per lo più agli studenti della scuola.

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Secondo Simposio Internazionale sull’Economia

Dal 25 al 27 novembre 2016, si è tenuto presso l’Auditorium della Pontificia Università Antonianum di Roma, il Secondo Simposio Internazionale sull’Economia organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

Il Simposio, che ha visto la partecipazione di circa mille economi ed econome generali, tra cui M. Loredana Pagano e M. Gabriella Tornatore, rispettivamente Vicaria Generale ed Economa Generale delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia, verteva sul tema “Nella fedeltà al carisma ripensare l’economia”.

Di seguito il messaggio del Santo Padre ai partecipanti al Simposio.

Cari fratelli e sorelle,

vi ringrazio per la vostra disponibilità a ritrovarvi insieme per riflettere e pregare su una tematica così vitale per la

vita consacrata come è la gestione economica delle vostre opere. Ringrazio la Congregazione per gli Istituti di

Vita consacrata e le Società di Vita apostolica per la preparazione di questo secondo simposio; e, nel rivolgermi

a voi, mi lascio guidare dalle parole che formano il titolo del vostro incontro: carisma, fedeltà, ripensare

l’economia.

Carisma

I carismi nella Chiesa non sono qualcosa di statico e di rigido, non sono “pezzi da museo”. Sono piuttosto fiumi

di acqua viva (cfr Gv 7,37-39) che scorrono nel terreno della storia per irrigarla e far germogliare semi di Bene.

In certi momenti, complice una certa nostalgia sterile, possiamo essere tentati di fare “archeologia carismatica”.

Non succeda che cediamo a questa tentazione! Il carisma è sempre una realtà viva e proprio per questo è

chiamato a fruttificare, come ci indica la parabola delle monete d’oro che il re consegna ai suoi servi (cfr Lc

19,11-26), a svilupparsi nella fedeltà creativa, come ci ricorda continuamente la Chiesa (cfr Giovanni Paolo II,

Esort. ap. postsin. Vita consecrata, 37).

La vita consacrata, per sua natura, è segno e profezia del regno di Dio. Pertanto questa sua duplice

caratteristica non può mancare in nessuna delle sue forme, a patto che noi consacrati rimaniamo vigilanti e

attenti a scrutare gli orizzonti della nostra vita e del momento attuale. Questo atteggiamento fa sì che i carismi,

donati dal Signore alla sua Chiesa attraverso i nostri fondatori e fondatrici, si mantengano vitali e possano

rispondere alle situazioni concrete dei luoghi e dei tempi nei quali siamo chiamati a condividere e testimoniare la

bellezza della sequela Christi.

Parlare di carisma significa parlare di dono, di gratuità e di grazia; significa muoversi in un’area di significato

illuminata dalla radice charis. So bene che a molti che operano nel campo economico queste sembrano parole

irrilevanti, da relegare nella sfera privata e religiosa. Invece è risaputo, ormai anche tra gli economisti, che una

società senza charis non può funzionare bene e finisce disumanizzandosi. Mai l’economia e la sua gestione

sono eticamente e antropologicamente neutre. O concorrono a costruire rapporti di giustizia e di solidarietà, o

generano situazioni di esclusione e di rifiuto.

Come consacrati siamo chiamati a diventare profezia a partire dalla nostra vita animata dalla charis, dalla logica

del dono, della gratuità; siamo chiamati a creare fraternità, comunione, solidarietà con i più poveri e bisognosi.

Come ben ricordava il Papa Benedetto XVI, se vogliamo essere veramente umani, dobbiamo «fare spazio al

principio di gratuità come espressione di fraternità» (Enc. Caritas in veritate, 34).

Ma la logica evangelica del dono chiede di accompagnarsi a un atteggiamento interiore di apertura alla realtà e

di ascolto di Dio che in essa ci parla. Dobbiamo domandarci se siamo disposti a “sporcarci le mani” lavorando

nella storia di oggi; se i nostri occhi sanno scrutare i segni del regno di Dio tra le pieghe di vicende certamente

complesse e contrastanti, ma che Dio vuole benedire e salvare; se siamo davvero compagni di strada degli

uomini e delle donne del nostro tempo, particolarmente di tanti che giacciono feriti lungo le nostre strade, perché

con loro condividiamo le attese, le paure, le speranze e anche quello che abbiamo ricevuto, e che appartiene a

tutti; se ci facciamo sopraffare dalla logica diabolica del guadagno (il diavolo spesso entra dal portafoglio o dalla

carta di credito); se ci difendiamo da ciò che non capiamo fuggendolo, oppure sappiamo starci dentro in forza

della promessa del Signore, con il suo sguardo di benevolenza e le sue viscere di misericordia, diventando

buoni samaritani per i poveri e gli esclusi.

Leggere le domande per rispondere, ascoltare il pianto per consolare, riconoscere le ingiustizie per condividere

anche la nostra economia, discernere le insicurezze per offrire pace, guardare le paure per rassicurare: queste

sono diverse facce del poliedrico tesoro che è la vita consacrata. Accettando di non avere tutte le risposte e, a

volte, di restare in silenzio, forse anche noi incerti, ma mai, mai senza speranza.

Fedeltà

Essere fedeli significa domandarsi che cosa oggi, in questa situazione, il Signore ci chiede di essere e di fare.

Essere fedeli ci impegna ad un lavoro assiduo di discernimento affinché le opere, coerenti con i carismi,

continuino ad essere strumenti efficaci per far giungere a molti la tenerezza di Dio.

Le opere proprie, di cui si occupa questo simposio, non sono soltanto un mezzo per assicurare la sostenibilità

del proprio istituto, ma appartengono alla fecondità del carisma. Questo comporta chiedersi se le nostre opere

manifestano o no il carisma che abbiamo professato, se rispondono o no alla missione che ci è stata affidata

dalla Chiesa. Il criterio principale di valutazione delle opere non è la loro redditività, ma se corrispondono al

carisma e alla missione che l’istituto è chiamato a compiere.

Essere fedeli al carisma richiede spesso un atto di coraggio: non si tratta di vendere tutto o di dismettere tutte le

opere, ma di fare un serio discernimento, tenendo lo sguardo ben rivolto a Cristo, le orecchie attente alla sua

Parola e alla voce dei poveri. In questo modo le nostre opere possono, al tempo stesso, essere feconde per il

cammino dell’istituto ed esprimere la predilezione di Dio per i poveri.

Ripensare l’economia

Tutto questo comporta ripensare l’economia, attraverso un’attenta lettura della Parola di Dio e della storia.

Ascoltare il sussurro di Dio e il grido dei poveri, dei poveri di sempre e dei nuovi poveri; comprendere che cosa il

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Signore chiede oggi e, dopo averlo compreso, agire, con quella fiducia coraggiosa nella provvidenza del Padre

(cf Mt 6,19ss) che hanno avuto i nostri fondatori e fondatrici. In certi casi, il discernimento potrà suggerire di

mantenere in vita un’opera che produce perdite – stando bene attenti a che queste non siano generate da

incapacità o da imperizia – ma ridà dignità a persone vittime dello scarto, deboli e fragili: i nascituri, i più poveri,

gli anziani malati, i disabili gravi. E’ vero che ci sono problemi derivanti dall’età elevata di molti consacrati e dalla

complessità della gestione di alcune opere, ma la disponibilità a Dio ci farà trovare soluzioni.

Può darsi che il discernimento suggerisca di ripensare un’opera, che forse è diventata troppo grande e

complessa, ma possiamo allora trovare forme di collaborazione con altri istituti o forse trasformare l’opera stessa

in modo che questa continui, seppure con altre modalità, come opera della Chiesa. Anche per questo è

importante la comunicazione e la collaborazione all’interno degli istituti, con gli altri istituti e con la Chiesa locale.

All’interno degli istituti, le varie province non possono concepirsi in maniera autoreferenziale, come se ciascuna

vivesse per sé stessa, né i governi generali possono ignorare le diverse peculiarità.

La logica dell’individualismo può intaccare anche le nostre comunità. La tensione tra realtà locale e generale,

che esiste a livello di inculturazione del carisma, esiste anche a livello economico, ma non deve fare paura, va

vissuta e affrontata. Occorre far crescere la comunione tra i diversi istituti; e anche conoscere bene gli strumenti

legislativi, giuridici ed economici che permettono oggi di fare rete, di individuare nuove risposte, di mettere

insieme le forze, le professionalità e le capacità degli istituti a servizio del Regno e dell’umanità. E’ molto

importante anche dialogare con la Chiesa locale, affinché, per quanto possibile, i beni ecclesiastici rimangano

beni della Chiesa.

Ripensare l’economia vuole esprimere il discernimento che, in questo contesto, guarda alla direzione, agli scopi,

al significato e alle implicazioni sociali ed ecclesiali delle scelte economiche degli istituti di vita consacrata.

Discernimento che parte dalla valutazione delle possibilità economiche derivanti dalle risorse finanziarie e

personali; che si avvale dell’opera di specialisti per l’utilizzo di strumenti che permettono una gestione oculata e

un controllo sulla gestione non improvvisati; che opera nel rispetto delle leggi e si pone al servizio di un’ecologia

integrale. Un discernimento che, soprattutto, si pone controcorrente perché si serve del denaro e non serve il

denaro per nessun motivo, neppure quello più giusto e santo. In questo caso sarebbe sterco del diavolo, come

dicevano i santi Padri.

Ripensare l’economia richiede competenze e capacità specifiche, ma è una dinamica che riguarda la vita di tutti

e di ciascuno. Non è un compito delegabile a qualcuno, ma investe la responsabilità piena di ogni persona.

Anche qui siamo di fronte ad una sfida educativa, che non può lasciare fuori i consacrati. Una sfida che certo in

primo luogo tocca gli economi e coloro che sono coinvolti in prima persona nelle scelte dell’istituto. A costoro è

richiesta la capacità di essere astuti come i serpenti e semplici come le colombe (cfr Mt 10,16). E l’astuzia

cristiana permette di distinguere fra un lupo e una pecora, perché tanti sono i lupi travestiti da pecore,

soprattutto quando ci sono i soldi in gioco!

Non bisogna poi tacere che gli stessi istituti di vita consacrata non sono esenti da alcuni rischi indicati

nell’Enciclica Laudato si’: «Il principio della massimizzazione del profitto, che tende ad isolarsi da qualsiasi altra

considerazione, è una distorsione dell’economia» (n. 195). Quanti consacrati continuano ancora oggi a pensare

che le leggi dell’economia sono indipendenti da ogni considerazione etica? Quante volte la valutazione sulla

trasformazione di un’opera o la vendita di un immobile è vista solo sulla base di un’analisi dei costi-benefici e

valore di mercato? Dio ci liberi dallo spirito di funzionalismo e dal cadere nella trappola dell’avarizia! Inoltre,

dobbiamo educarci ad una austerità responsabile. Non basta aver fatto la professione religiosa per essere

poveri. Non basta trincerarmi dietro l’affermazione che non possiedo nulla perché sono religioso, religiosa, se il

mio istituto mi permette di gestire o godere di tutti i beni che desidero, e di controllare le Fondazioni civili erette

per sostenere le opere proprie, evitando così i controlli della Chiesa. L’ipocrisia dei consacrati che vivono da

ricchi ferisce le coscienze dei fedeli e danneggia la Chiesa.

Bisogna cominciare dalla piccole scelte quotidiane. Ognuno è chiamato a fare la sua parte, ad usare i beni per

fare scelte solidali, ad avere cura del creato, a misurarsi con la povertà delle famiglie che sicuramente gli vivono

accanto. Si tratta di acquisire un habitus, uno stile nel segno della giustizia e della condivisione, facendo la fatica

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– perché spesso sarebbe più comodo il contrario – di compiere scelte di onestà, sapendo che è semplicemente

quanto dovevamo fare (cfr Lc 17,10).

Fratelli e sorelle, mi tornano alla mente due testi biblici che vorrei lasciarvi per la vostra riflessione. Giovanni

nella sua Prima Lettera scrive: «Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli

chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con

i fatti e nella verità» (3,17-18). L’altro testo è ben conosciuto. Mi riferisco a Matteo 25,31-46: «Tutto quello che

avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. [...] Tutto quello che non avete fatto a

uno solo di questi più piccoli, non lo avete fatto a me». Nella fedeltà al carisma ripensate la vostra economia.

Vi ringrazio. Non dimenticate di pregare per me. Il Signore vi benedica e la Vergine Santa abbia cura di voi.

Dal Vaticano, 25 novembre 2016

FRANCESCO

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Convegno sulla Misericordia di Dio nella vita consacrata

“La misericordia di Dio è una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. […] Proviene dall’intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono” (Papa Francesco, Misericordiae vultus, 6).

Il 19 novembre si è tenuto a Roma, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, il Convegno sulla Misericordia di Dio nella vita consacrata, a cui hanno partecipato alcune Suore Crocifisse.

Il Convegno ha affrontato il tema della vita consacrata vista come strumento della misericordia del Signore, laddove la persona consacrata deve prima, attraverso lo Spirito, far luce dentro se stessa per poter divenire a sua volta luce per il mondo: accogliere la misericordia per diventare testimoni della misericordia.

Leggiamo quanto ha scritto suor Annalee Bacea.

“La meditazione ascoltata durante il convegno sulla misericordia ci ha molto arricchite da un punto di vista spirituale. Suor Daniela Del Gaudio, una delle relatrici, ci ha parlato di Maria, icona di misericordia e della vita consacrata. Il “si” di Maria, “si” detto all’incarnazione di Suo Figlio, è modello per ogni persona cristiana e soprattutto per ogni consacrato, è un dono di sé all’altro: se siamo amate, siamo anche capaci di donare amore. Noi religiose dobbiamo pertanto amare e donare noi stesse, annunciando la Misericordia e portando in comunità e nel mondo, la presenza di Cristo come segno del Regno, come vera icona di Dio.

Molto interessante è stato anche l’intervento della professoressa Marta Rodriguez sulla accettazione e sulla conversione del proprio sé: Misericordia e Psicologia.

Il perdono di se stessi assume una carica di responsabilità: bisogna saper cogliere la propria colpa per potere cogliere la colpa degli altri. Di solito chi è più ferito è colui che per primo chiede perdono, sia come atto di liberazione che di misericordia. Le fasi del perdono sono: accettare una perdita irrimediabile, accettando che il passato non si cancella. Si trasforma il ruolo di vittima in un ruolo di perdono. Il Vangelo di Luca (capitolo 6, versetti 32-35) dice “… Amate i vostri nemici e fate del bene, siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre Vostro” - “Se Dio mi ama chi sono io per non amare? E se Dio mi perdona chi sono io per non perdonare?”. Molto importante nella vita comunitaria è pertanto il ruolo della misericordia. Bisognerebbe sempre chiederci se le nostre comunità sono segno profetico dell’unione trinitaria. E’ di fondamentale importanza, nella vita di una persona ferita, il ruolo fraterno: quando una persona non è stata amata, per esempio da una madre o da una padre, è una persona che lotta  con la gelosia, l’ invidia, la durezza ecc. e la ferita va guarita con la correzione e l’amore fraterno: pertanto bisogna sempre guardare alle nostre sorelle con uno sguardo materno, così da fare l’esperienza della misericordia nella propria comunità, nel cammino di ogni giorno. Siamo misericordiosi, perché Dio è misericordioso!”

                                                                                                                   suor Annalee Bacea

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Suor Suzette e Suor Merceditas: 25 anni di fedeltà al Signore

Lo scorso 9 novembre presso il Monastero di San Gregorio Armeno, suor Marie Suzette Lerio e suor Merceditas Sarona hanno celebrato il loro 25° anniversario di consacrazione religiosa.

La celebrazione è stata presieduta da S. E. Mons. Gennaro Acampa, Vescovo Ausiliare di Napoli che, nella sua omelia, si è soffermato sul percorso fatto dalle due suore, percorso  voluto da Gesù e voluto per Lui dal Padre Celeste.

Mons. Acampa ha evidenziato la loro particolare vocazione di appartenere alla  famiglia religiosa delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, per vivere seguendo gli insegnamenti della Fondatrice, Madre M. Pia Notari, e portando tanti buoni frutti perché Gesù ci ha scelto per essere non solo dei cristiani, ma per essere dei santi: “Gesù vuole”, ha concluso il Vescovo,  “che tutti siamo santi, tutti anche i laici”.

La celebrazione si è conclusa con le parole della Superiora Generale, M. Giovanna De Gregorio, che dopo aver ringraziato il Vescovo Acampa, don Ciro Sorrentino e tutti i presenti, ha sottolineato l’importanza del momento non solo per suor Suzette e suor Merceditas che tanto si sono preparate, ma per tutte loro  “per noi è un momento di grande intensità”, ha detto M. Giovanna “rinnovare la nostra consacrazione significa che noi abbiamo raggiunto una tappa, ma che dobbiamo continuare, dobbiamo raggiungere l’altra tappa, quella dei 50 anni”.

La Superiora ha proseguito con un augurio per i presenti a nome di tutte le consorelle, augurio che riprende una preghiera recitata dalle suore quotidianamente nell’Adorazione, “Il Signore accenda in noi il fuoco del Suo amore e la fiamma dell’eterna carità”, e ha concluso con  l’auspicio “che voi possiate continuare a vivere di questo amore grande di Dio e donarlo agli altri”.

                                                                                                                                                                           Laura Ciotola

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"Manifesta con la vita il tuo essere di Cristo": a San Giorgio a Cremano si consacrano nuove Ausiliare Eucaristiche

Lo scorso 27 ottobre, 10 nuovi membri sono entrati a far parte della famiglia laica delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia, gli Ausiliari Eucaristici.

L'evento è stato accompagnato da una Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa del Convento delle Suore Crocifisse di San Giorgio a Cremano, officiata da don Pino Giordano, Assistente spirituale del gruppo degli Ausiliari, che nella sua omelia ha sottolineato l'importanza dell'Eucaristia attraverso cui, Cristo ci ama in modo unico ed irripetibile "... oggi la Parola presenta due immagini apparentemente contrastanti la forza che viene da un’armatura e il volto del Cristo sofferente e perseguitato. Gesù sta per essere consegnato nelle mani degli uomini ma occorre sottolineare come la storia della Passione sia una continua consegna del Maestro: nelle mani dei soldati, in quelle del Sinedrio, in quelle di Erode, di Pilato, quest’ultimo poi vuole lavarsi le mani del Suo sangue innocente. Apparentemente Cristo è lo sconfitto, anche se in realtà è il vero Protagonista di questa Storia perché è Lui che si consegna nelle mani del Padre: “ Padre, nelle Tue mani consegno il mio Spirito” e inoltre è sempre il Figlio di Dio che consegna alla storia attraverso il ladrone pentito un messaggio di Salvezza: - Oggi sarai con me in Paradiso - Cristo ci ama in modo unico e irripetibile e continua a consegnarsi a noi nel dono dell’Eucarestia, quel pezzo di pane in cui è racchiuso tutto il Mistero del Suo Amore".

icona pdfomelia don Pino Giordano

Dopo essere state chiamate dalla Superiora locale della casa di San Giorgio a Cremano, M. Rosaria Petti, le nuove entrate tra le file della famiglia laica, hanno manifestato al suono di "eccomi", la loro volontà di consacrarsi e hanno risposto "Si, lo vogliamo" alle domande di rito poste loro da  Don Pino: “Volete vivere nella vostra comunità parrocchiale l’impegno di presenza,  manifestando un particolare amore per il Mistero Eucaristico? - Volete vivere con assiduità i vari momenti della vita per crescere sempre di più nella fede e nella conoscenza della spiritualità dell’Associazione?”

Con la recita della formula di consacrazione, Abenandi Maria Rosaria, Barone Amelia, Boni Silvana, Caputo Francesca, De Siano Letizia, Del Piano Lina, Esposito Elvira, Oppolo Anna, Paladino Maria e Sannino Antonietta hanno consacrato se stesse all’Adorazione dell’Eucaristia, mistero del Corpo e del Sangue di Cristo, e si sono unite alle Suore Crocifisse per meglio adempiere un così nobile impegno.

Il loro ingresso nella famiglia laica delle suore è stato suggellato dalla consegna del distintivo da parte della Superiora Generale, M. Giovanna De Gregorio, “questo distintivo sia il segno eterno della tua appartenenza alle Ausiliari Eucaristiche, manifesta con la vita il tuo essere di Cristo”.

La Cerimonia si è conclusa con un dono e un augurio da parte di M. Giovanna per le Ausiliari, “vi dono un quadretto di Maria Ausiliatrice, che è presente nella nostra Chiesa di Nocera Superiore. Prendetela ad imitazione la Madonna e affidatevi a Lei perché è l’aiuto dei cristiani come voi, che dovete imitarLa; aiuto per tutti nel conoscere ogni giorno e innamorarsi sempre più di Gesù Eucaristia: è questa la gioia della Madonna, è questa la gioia di tutti e questo è quello che avete professato”.

                                                                                                                                                                                                 Laura Ciotola

 

 

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La Beata Maria della Passione va in peregrinatio a San Giovanni a Teduccio

Lo scorso 4 novembre la Beata Maria della Passione è partita alla volta di San Giovanni a Teduccio, dove, su richiesta del parroco della Chiesa Incoronata Madre della Consolazione, don Franco Perna, è rimasta fino a domenica 6 novembre.

icona pdfscarica Programma

Venerdì - 4 Novembre

Nel pomeriggio il camioncino contenenti le spoglie mortali della Beata, è partito dal Convento delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia per dirigersi a San Giovanni a Teduccio. La prima tappa è stata il Corso San Giovanni, angolo via Aubry, da dove è partita una breve processione fino alla Parrocchia Incoronata Madre della Consolazione, dove la Beata è stata accolta.

Don Franco Perna ha espresso la sua emozione per la presenza della Beata nella sua chiesa e ha invitato tutti ad approfondire attraverso di lei la gioia di essere cristiani.

E' quindi intervenuta la Superiora Generale delle Suore Crocifisse, M. Giovanna De Gregorio, che ha evidenziato come in quest’ultimo anno, in cui la Beata ha celebrato il 150° anniversario della sua nascita, ella si sia spostata in diverse parrocchie per lasciare un segno. “Nella nostra preghiera quotidiana” ha continuato la Superiora “noi preghiamo quello che tante volte ha pregato anche la Beata. All’inizio del nostro atto di riparazione c’è una preghiera che recita - Il Signore accenda in noi il fuoco del suo amore e la fiamma dell'eterna carità".

M. Giovanna sottolineando che fu proprio la Fondatrice delle Suore Crocifisse, M. Maria Pia Notari, ad aver iniziato il processo di canonizzazione di suor Maria della Passione, all’indomani della sua morte, ha ricordato che M. Pia definiva suor Maria della Passione “donna di fede e di grande devozione alla Passione di Cristo” e ha proseguito elencando quelle che furono le virtù della Beata.

La serata è proseguita con l’Adorazione Eucaristica animata dalle stesse Suore Crocifisse.

Sabato - 5 Novembre

Alle 9,30 c’è stata la Via Crucis animata dalle Suore Crocifisse, con la partecipazione di tanti devoti. 

La sera c’è stata la S. Messa presieduta da don Franco Perna, che nella sua omelia ha sottolineato le virtù della Beata M. della Passione, che con gioia sopportava le sofferenze della vita, per assomigliare al suo Gesù. Don Franco ha anche evidenziato l’importanza della chiusura dell’Anno della Misericordia, secondo il quale è fondamentale vivere il perdono del Signore, perché portare la croce è segno della nostra adesione a Cristo.

Domenica - 6 Novembre

Nella S. Messa, presieduta da don Franco Perna, quest’ultimo ha espresso ancora una volta la sua grande gioia nell’avere la Beata Maria della Passione, presso la sua parrocchia.

Successivamente è intervenuta la Superiora locale della Casa di San Giorgio a Cremano, M. Rosaria Petti, che ha ringraziato don Franco Perna, don Ciro Scognamiglio e tutti i parrocchiani della “incoronata Madre della Consolazione” per la calorosa accoglienza e ha invitato tutti a recarsi a San Giorgio a Cremano, dove riposano i resti mortali della Beata.

Dopo la S. Messa suor Maria della Passione, ha salutato San Giovanni a Teduccio per far ritorno a casa.

                                                                                                                                                                                           Laura Ciotola

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